Pubblicare sé stessi, recensire sé stessi, lodare sé stessi per poter vivere in mezzo agli altri. Non notate l'ossimoro?
Si è sempre pensato, ci è stato così insegnato, che per vivere insieme agli altri è necessario rispettare regole comuni.
I grandi filosofi del giusnaturalismo, Immanuel Kant über alles, come potrebbero convenire che la società si esprima invece con elementi seflish, ovvero egoistici e personalistici?
Quando abbiamo cambiato i parametri della società? La risposta è: "Mai".
Abbiamo soltanto smesso di prenderci cura delle regole e del vivere collettivo.
La nascita di modelli virtuali di società ha spersonalizzato i contesti, a reso trasversali ed eterei i momenti di aggregazione, fino ad escludere la componente collettiva dalla quotidianità.
Ma non è pur vero che viviamo in un contesto reale? Possiamo vivere a contatto con altri esseri pur senza curarci minimamente di loro?
Rispetto alla tradizionale aggregazione fisica fornitaci dalle religioni e dalla politica, dalla collettività "pre-informatica", dobbiamo oggi accettare la liquidità della comunicazione e la conseguente disgregazione sociale.
Dobbiamo scorporare, nel vero senso della parola, la nostra capacità sociale, pur non dimenticando che abbiamo un'esistenza corporale da tutelare.
Come può venire accettato che la socializzazione passi attraverso comportamenti asociali se non addirittura antisociali?
A frequentare persone d'oggi, si possono individuare comportamenti di accesa militanza accostati al totale disinteresse alla radicalizzazione della stessa.
I giovani, così come gli adulti che non hanno avuto un particolare percorso di crescita interiore, sono disposti a difendere a spada tratta idee e gruppi che probabilmente lasceranno in capo a poco tempo e da cui si distaccheranno fino anche a rinnegarne l'appartenenza.
Questa transitorietà assoluta dei rapporti sociali è compatibile con una società creata attraverso la secolarizzazione della collettività locale?
Qual'è la soluzione innovativa che permetterà l'aggregazione virtuale e il rispetto dei valori collettivi?
Di certo la società non si consoliderà con la pubblicazione di sé stessa, con l'uniformazione assoluta dei modelli fino all'annientamento degli stessi, oppure con la loro eliminazione fino all'individualismo totale.
Devono esistere modelli di riferimento, anche se oggi non appaiono ancora credibili.
La rinascita sociale passerà per aspri conflitti e per la ri-determinazione dei valori comuni.
Abbiamo oggi il privilegio di vivere una fase di transizione, di conoscere quel momento in cui, tra il diffuso egoismo, si pongono le basi dei nuovi valori intellettuali che saranno il sentiero su cui camminerà la nostra progenie.