In ventotto anni di esperienza lavorativa non ero mai stato disoccupato. Ho passato gli ultimi quattro mesi, salvo una piccola pausa, in terra irlandese, senza conoscere praticamente nessuno, senza sapere la lingua, senza conoscere il posto e senza un lavoro.
Ah, se penso a tutti quelli che mi hanno insultato e parlato alle spalle. Mi sono state dette le peggio cattiverie da quando abbiamo deciso di venire a vivere qui e ora che la matassa si sta dipanando il mio cuore si svuota dell'ansia e si ricolma di gioa.
Certo nulla è terminato, questo è solo un piccolo inizio, ma nulla può avverarsi se non la si inizia a realizzare.
Per la vita che ho e che ho avuto, se vivessi per rifarmi sugli altri sarei così tronfio da camminare a un metro da terra.
E invece cammino a duecento metri da terra, perché nessuna di queste persone è riuscita a frenarmi e a farmi fallire.
Posso non dire grazie ad Antonella che ha condiviso e supportato tutte le mie visioni?
La mia felicità viene tutta da lei vero catalizzatore della mia essenza.
Ogni mio recente successo porta la sua firma ed è suo quanto mio.
Resto fermo e mi lascio lambire dalla brezza irlandese mentre cerco di mandare il mio cuore al di là del mare, vicino al tuo così che battano insieme.
Guardo ad un radioso futuro in Hibernia, a tutto quello che l'Italia non solo non mi ha dato, ma mi ha preso. Al riscatto dopo un'adolescenza difficile e una famiglia che ha saputo solo disprezzarmi.
Penso a Lao Tsu e per cui l'essenza delle cose è nel vuoto, mentre il tangibile è solo un contenitore.
Mi godo questo momento eterno, assaporo il dolce gusto della gioia.
E penso ad una frase, epica ed eroica, del grande Vince Lombardi:
«Credo fermamente che l'ora più bella per ogni uomo, la completa realizzazione di tutto quello che gli sta più a cuore, sia il momento in cui, avendo dato l'anima per una buona causa, egli giace esausto sul campo di battaglia. Vittorioso.»