Se la morale è universalmente definita come un valore individuale che si esprime nel mettere in atto l'interesse futuro della collettività, piuttosto che l'interesse immediato del singolo, com'è possibile che ancora, in Italia, si consideri più proficuo curarsi degli "affari propri"?
Perchè la cosa comune è sempre la cosa di nessuno e il disprezzo si manifesta in qualsiasi ceto sociale?
Cos'è andato storto in questo Paese. Forse che gli interessi di alcune parti non collidano con quelli del tutto?
Come si può pensare che il mero interesse personale ci darà, in un mondo globale, qualche vantaggio?
E oggi, in questa grande collettività nazionale, ci troviamo con debiti inimmaginabili creati dall'immediatezza delle soluzioni individuali. Genitori, nonni, che scaricano su figli e nipoti l'onere di mantenere la loro fortuna, accumulata spesso alle spalle di altri genitori o nonni e sulla loro progenie.
Vergognatevi, vergognamoci tutti.
Abbiamo gozzovigliato e rimandato i problemi sulle esili spalle dei nostri nipoti. Abbiamo lasciato loro il residuo pubblico dei nostri guadagni privati.
Eppure, senza morale e senza vergogna, festeggiamo con gioia i loro compleanni, comprando loro regali costosi, pagati con cambiali firmate sul loro futuro.
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