Vedo troppe persone intenzionate a divulgare la propria immagine di sé, convinti che coincida con quella sociale. Ambiziosi propinatori del proprio ego, più grande spesso della propria intelligenza.
Ed è forse questo il successo della società di massa, nella carenza assoluta di critica, di verifica e di accettazione di ciò che non sia diffuso.
Non si viene più scelti dai lettori, dagli interlocutori.
Ci si propone in maniera virarle, quasi ad essere diventati un'infezione sociale che non si può arrestare.
Si impone agli altri l'autocelebrazione virale di quello che pensiamo d'essere, e incredibilmente ci autoaffermiamo Dov'è finito il dialogo, la capacità interattiva scollegata dai contesti pubblici, la capacità di rapportarsi agli altri, di vincere e di perdere, ma soprattutto di mutare individualmente per sincronizzarsi con la società?
Non voglio essere virale, voglio essere piacevole, ma è dura esserlo quando è piacevole soltanto ciò che è virale.
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