... il titolo l'ho scritto in inglese perché fa più fico, anzi più cool.
Sono ormai dieci o quindici anni che sentiamo tessere le lodi della sharing economy, questo modo di vivere un po' bohémien come lo furono appunto i giovani artisti francesi di fine ottocento votati all'amore e alla felicità, oppure i giovani del movimento hippy dei tardi anni sessanta dello scorso secolo, votati all'amore e alle droghe.
Il nuovo miraggio sociale è la condivisione, la moltiplicazione dei beni attraverso una scevra e disinteressata condivisione.
E devo dire che ne ho apprezzato le forme quando ho dato qualche passaggio ad utenti di Bla Bla car, mi sono ricordato di quando si caricavano autostoppisti, o di quando dividevi le spese di viaggio con gi amici, o ancora di quando viaggiavo in treno e non perdevo occasione per fare conoscenza con i miei compagni del momento.
Ma il sistema porta in sé il seme della sua rovina.
Ci sono persone che non vogliono condividere, persone che vogliono godere senza contraccambiare e anzi che si organizzano per aggirare il sistema.
Homo homini lupus disse Plauto e gli fece eco Hobbes nel rinascimento.
E vista la crescente mole di regole che scandiscono le nostre vite al fine di evitare devianze, mi sento di dare loro ragione.
Il libero arbitrio conduce al tradimento della società.
Quindi non c'è futuro per un sistema sociale che basi le proprie interazioni sul buonsenso e la predisposizione altruistica delle persone
E' quindi possibile che le recensioni di social network come Trip Advisor funzionino? E' davvero possibile credere alle informazioni che vengono veicolate attraverso Facebook? Siamo sicuri che il numero di follower non si gonfiato comprando like al prezzo di un dollaro per mille clic?
La sharing economy ha bisogno di fiducia
E la fiducia non la può fare gente senza reputazione
La fiducia la danno persone con l'accreditamento da parte di istituzioni, la danno istituzioni controllate da associazioni, la danno authority super partes che vigilano.
Nei social network la garanzia non esiste, perché a fornirla per ora sono le stesse compagnie che traggono beneficio dallo status quo e non sono credibili come garanti disinteressati dei loro stessi sistemi
Quali saranno gli strumenti di verifica del futuro?
Io di certo non lo so, ma so per certo che come non mi fido del primo incontrato per strada, non mi fiderò mai di uno sconosciuto che mi consglia un ristorante sostenendo di averci mangiato bene.
A posteri l'ardua sentenza.
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