... perché questo è l'Italia, una bella addormentata della Storia che si consuma nel sonno.
Sarebbe troppo facile fare una speculazione sulla situazione politica attuale, sull'impossibilità di governare il Paese, sull'incapacità di trovare soluzioni.
Sarebbe davvero troppo facile
Ed è quello che in un modo o nell'altro fanno tutti quando tentano di addossare agli altri le colpe dei propri fallimenti.
Io invece credo che il problema dell'Italia sia tipicamente uno e uno solo
La pigrizia.
E' un Paese che offre ottimi spunti in tanti ambiti, ma che non ha saputo cogliere gli stimoli per evolvere e seguire con il giusto approccio l'evoluzione della comunità globale avvenuta in questi ultimi trent'anni.
L'Italia è rimasa al palo, si è accontentata del proprio essere fulcro della Cristianità, di essere il centro della moda, di essere meta turistica di prim'ordine, di essere partner strategico per la NATO e ha finito per perdere tutto questo.
L'Italia guarda sempre indietro e con il passare del tempo lo fa sempre di più.
Per corroborare la mia teoria e sintetizzarne gli effetti nefasti racconterò la breve storia della legge, 7 agosto 1990, n. 241 anche detta "Nuove norme sul procedimento amministrativo"
Questa norma è la pietra angolare dell'odierno funzionamento della Pubblica amministrazione e ha segnato un cambiamento epocale poiché ha segnato il cambiamento di un'epoca.
Padre di questa allora avveniristica concezione fu il giurista Mario Nigro che morì peraltro prima che questa legge vedesse la luce.
Con questa norma lo Stato si metteva al servizio del cittadino e non più il contrario, la pubblica amministrazione deve semplificare la vita del cittadino.
E già lo si comprende dal primo articolo "Princípi generali dell'attività amministrativa"
comma 1. L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza [aggiunto in seguito], secondo le modalità previste dalla presente legge e dalle altre disposizioni che disciplinano singoli procedimenti, nonché dai princípi dell'ordinamento comunitario [aggiunto in seguito].Tralascio il fatto che per oltre dieci anni dalla sua pubblicazione questa norma è rimasta, nel nostro quotidiano, lettera morta, vorrei soffermarmi invece sul fatto che ancora oggi ci sono enti dello Stato che agiscono ignorandone i principi e creando adempimenti capziosi il cui fine ultimo è quello di procrastinare la conclusione dell'iter procedurale.
(comma così modificato dall'art. 1, comma 1, legge n. 15 del 2005 poi dall'art. 7, comma 1, legge n. 69 del 2009)
comma 2. La pubblica amministrazione non può aggravare il procedimento se non per straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell’istruttoria.
E' pur vero che spesso questi adempimenti derivano dal tentativo del dirigente o dell'impiegato di limitare la propria reponsabilità diretta, poiché questa è vista, nella pubblica amministrazione, come il male assoluto giacché rende tracciabile un risultato ed espone il singolo alle conseguenze delle proprie azioni.
Altrettanto di frequente, però, l'escamotage di incrementare gli adempimenti per il cittadino è un modo per giustificare il proprio lavoro, oppure di concedere all'addetto un potere arbitrario nei confronti di un malcapitato e in ultimo può essere volto a nascondere lacune tecniche dello stesso addetto.
Il risultato finale è che quasi ogni azione dell'Amministrazione si traduce in un aggravio di documenti, adempimenti, allegati a procedure telematiche nate apposta per ridurli.
Faccio un esempio
Ancora oggi, nell'anno del Signore 2017, si richiede sistematicamente l'allegazione di una "copia fotostatica del documento di identità in corso di validità" perfino per gli adempimenti telematici facendo riferimento ad un DPR, il 445 del 2000 entrato in vigore ormai dal 2012, come sempre con tempi ridicoli per qualsiasi contesto normale.
E' davvero sensato che la pubblica amministrazione mi chieda copia di un documento che essa stessa emette e che usi la mia fotocopia per verificarne l'autenticità?
E' davvero sensato in un'epoca di firme digitali, pin, SPID e quant'altro?
E' davvero utile stampare la copia fotografica di un tesserino elettronico (la nuova carta d'identità elettronica o il nuovo passaporto) contenente dati come le impronte digitali?
E' tutto coerente con una pubblica amministrazione che vive separata dalla realtà, dove nel 2000, in piena esplosione della "new economy" si è pensato di fare riferimento a tecnologie in uso da oltre venti anni, come la fotocopia e allo stesso modo iniziare a diffondere le email, tecnologia di pubblica utilità dai primi anni novanta del XX secolo, sopo dopo il 2010.
Cosa ha a che fare tutto questo con l'idea di pubblica amministrazione che ci siamo dati nel lontano 1990?
E' davvero impossibile stare al passo con i tempi ed usare concetti attuali invece di andare a pescare dai meandri della storia?
E' realmente impossibile
Non per la carenza di menti capaci di vedere il mondo in tempo reale, ma per l'assenza di dinamismo all'interno delle istituzioni e del sistema sociale.
Siamo così refrattari al cambiamento, così ancorati alle nostre sicurezze, che ogni innovazione ci spaventa e così
Conserviamo le nostre istituzioni ottocentesche, in alcuni casi ancora napoleoniche
Conserviamo la nostra idea di mondo che ignora l'avvento dell'era dell'informazione
Continuiamo a mandare fax di carta con allegate le fotocopie di documenti digitali
Siamo un popolo pigro che spera, in maniera del tutto infondata, di fermare il cambiamento attraverso l'inedia e il rifiuto del cambiamento stesso.
Siamo il prototipo perfetto di un mondo in via d'estinzione.
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