domenica 30 giugno 2013

Equazione matematica

enunciato
Se non ci adoperiamo per aver un mondo migliore, ne avremo uno uguale o peggiore.

analisi
Per veder migliorare la nostra vita non ci resta che sperare di essere parte di una minoranza, diversamente la nostra inattività sarà vincente e il risultato finale sarà drammaticamente conforme alle nostre proteste.
Sarà una predizione che si auto-adempie e il mondo in cui vivremo non sarà mai migliore di quello che è oggi.
Un atteggiamento proattivo invece, farà sì che adoperandoci per un mondo migliore, potremo far parte di quella eventuale maggioranza che cambia il mondo.
Nel malaugurato caso che fossimo una minoranza, avremo però la corroborante certezza di aver migliorato seppur poco non solo la nostra vita, ma quella di tutti coloro che si lamentano e restano inattivi.

venerdì 28 giugno 2013

Manifesto antiecologista

Sempre più persone inneggiano ad una coscienza ecologista. Io credo che l'uomo dovrebbe pensarla diversamente, perlomeno finchè non sarà in grado di rinunciare a ciò che prende dal pianeta e che non ha intenzione di rifondere.
L'onnipotenza di fatto del genere umano sul sistema terra, derivata dalla predominanza su qualsiasi predatore naturale, nonchè sullo stesso scoglio di terra roteante che l'ospita, abbia accelerato il processo disgregativo del sistema terra stesso. La massa di persone alla ricerca degli effetti del progresso, non fa altro che alimentare la produzione di derivati tecnologici che a loro volta si nutrono in maniera sbilanciata delle risorse planetarie.
Possiamo scaldarci con la legna, ma quando potremo far funzionare il condizionatore o il frigorifero con la stessa legna? Crediamo che le miliardi di palazzi costruiti nel mondo potranno mai essere biodegradabili, così come le condutture o la plastica del nostro quotidiano? La tastiera da cui digito mi sopravviverà 100 volte.

Il comfort, non è che la morte dello spirito.
E vite intere vengono sprecate nel tentativo, stupido, di non morire.
Non vivere è forse l'unico modo per non morire.

Il progresso ha raggiunto ormai il punto di non ritorno, perchè mai più le persone si limiteranno a prendere ciò che potranno ridare al pianeta, tutt'al più qualcuno potrà pagare un "povero" perchè questo avvenga, per ora.
Chi tra noi internauti saprà rinunciare al progresso in luogo di un equo scambio fatto di orti coltivati, di animali allevati e alberi piantati? Chi di noi sarà disposto a guadagnarsi il pane al prezzo del proprio sudore?
La risposta è "solo chi non ne può fare a meno"
Solo chi è in ritardo sulla scala mobile dello sviluppo può farlo, ma quella stessa persona mira a raggiungere noi che al contempo andiamo sempre più avanti. E la scala mobile accelera sempre più, così come lo scempio del pianeta soggiogato al nostro avanzare.
Così cerchiamo di sensibilizzare il prossimo senza criticare noi stessi, diciamo agli altri che inquinano e non sono eco-sostenibili, ma non facciamo di meglio. Cerchiamo qualcuno su cui scaricare le nostre colpe, trovando soltanto alter ego di noi stessi.
Chi è l'eco-mostro? Non di certo il prodotto illegale di menti criminali. L'eco-mostro non è altro che l'uomo stesso, trincerato dietro teorie di comodo e azioni barbare nel tentativo di far migliorare il mondo attraverso il sacrificio altrui.
Alla luce di quanto sopra, d'ora innanzi mi professo ANTIECOLOGISTA
non perché m'auguri la distruzione del pianeta; semplicemente perché non penso di poter vivere in questo contesto socio-economico rifondendo il debito ecologico che creo.
Sono un debitore incallito che mai potrà pareggiare i conti, e sono fortunato che la terra sappia perdonare il mio sfregio in maniera così dolce.
Se la terra potrà sopravvivere all'uomo, le guerre per le risorse naturali aumenteranno sempre più; e presto (inteso nel tempo storico) gli uomini dovranno iniziare a selezionarsi da soli, ripristinando l'equilibrio ormai rotto.
Così mi pongo spesso alcune domande:
Perché il progresso è andato verso la pigrizia invece che verso la conoscenza?
Perché dobbiamo vivere 150 anni a dispetto di ogni dignità, quando potremmo morire con orgoglio nel pieno della nostra vita?
Perché ridurre l'uomo ad un involucro da vestire e abbellire e non considerarlo una mente da nutrire?


Ma di queste domande non cerco risposta. Mi limito a vivere la condizione di brandello del genere umano ed elevare il mio spirito al di sopra del puzzo della spazzatura che io stesso contribuisco a creare; se mai mi vedreste lottare per il pianeta, sarà per distruggere il genere umano che lo vilipende.

giovedì 27 giugno 2013

The End

Mi piace iniziare con la fine.
Ogni inizio è sempre originato da una fine, ed è perfino banale dirlo, così quando finisce la notte inizia il giorno e alla fine di un giorno ne inizia un altro.
Alla fine della vita ne inizia una nuova.
Metafisica.
Ed è quella che inizia oggi in questa memorabile data che non ricordo, con queste parole indelebili che dimenticheremo presto e con tutti i propositi del nuovo anno che neppure abbiamo pensato di ricordare.
Parole al vento, rivolte al futuro che appena dette sono già dietro le nostre spalle, come se vivere fosse un incedere controvento e morire niente più che un punto fermo, l'unica certezza cronologica di una vita precariamente legata all'infinità.
Così se oggi rinasco, da qualche parte (nel tempo) devo pur essere morto. Cambio pelle, forma e spirito; lascio il bozzolo e dono il mio futuro a queste parole che neppure più ricordo.