venerdì 2 ottobre 2020

Non avró la pensione

 ... che probabilmente non desidereró mai.


Puó sembrare la storia della volpe e l'uva e forse é proprop cosí.
Ho 45 anni e iniziato a lavorare nel febbraio 1990, quindi lavoro ormai da oltre 30 anni. Due terzi della mia vita li ho passati da lavoratore.

E ho scoperto che in fondo lavorare mi piace,
forse perché facendo molti lavori diversi ho potuto scegliere quello che mi piace.

Ma pensandoci su é il contrario...

mi sono diplomato alle scuole serali scegliendo tra le poche opportunitá disponibili, quello che era il mio hobby da ragazzino lo é ridiventato da adulto, ma non il mio lavoro.
Faccio un lavoro venuto fuori per caso e continuato per dedizione, in cui ho imparato molto e preso diverse attestazioni grazie a numerosi corsi (64 per la precisione).
E oggi, leggendo della riforma delle pensioni, mi sono reso conto che con la mia anzianitá professionale molta gente di un'altra generazione sarebbe potuta andare in pensione.

Poi penso che non mi piacerebbe...

non mi piacerebbe vivere di sussidi, limitando le mie possibilitá in base ad un assegno mensile vitalizio.
Mi sentirei privato dello slancio imprenditoriale, inteso come della capacitá di intraprendere delle imprese.
La mia vita é stata costellata di obiettivi e sfide, qualcuno nello sport, molte di piú nel lavoro, a volte vinte, molte volte perse; ma pur sempre emozionanti.

La pensione come punto d'arrivo...

é una condanna a morte preventiva quello di darsi un obiettivo finale, perché nulla é finito finché siamo in vita, casomai soltanto cambia.
E forse la pensione come paradigma di realizzazione é proprio l'errore di molti, un anelare riposo per aver speso la propria vita costretti a fare qualcosa che non ci andava.

Il tempo é passato comunque, e non c'é nessun premio finale, giacché nel momento di rendercene conto scopriamo che la vita passata non torna piú.

mercoledì 24 giugno 2020

Riflessioni di un giovane anagraficamente non piú giovane

... e che inizia a parlare come il nonno che non ha mai avuto.

Ho iniziato a lavorare nel campo della consulenza-progettazione nel 1997, in realtá primariamente come topografo, ma in un piccolo studio tecnico in cui si facevano anche consulenze in ambito edile e piccola progettazione.

Una delle mie prime attivitá consisteva nel usare AutoCAD10 (tutto in MS-DOS) per stampare con un plotter calcomp pacesetter come quello in foto, macchina che poi mi sono comprato quando mi sono messo in proprio, probabilmente piú per nostalgia che per reale necessitá.
 

Un bestione formato A0 a pennini che stampava ad una lentezza esasperante e andava sorvegliato costantemente nel caso si asciugasse l'inchiostro, per fermarlo, far scrivere la penna, e riprendere la stampa. All'epoca circolavano giá i plotter a getto di inchiostro, ma la qualitá del disegno era piuttosto scarsa e si preferivano ancora quelli a penne.

Mi sono soffermato sul mercato delle stampanti 3D e ho rivisto molti tratti dell'evoluzione dei plotter, chiaramente applicati alla nuova frontiera tecnologica, ma nelle mani di una generazione che ha smesso di immaginare la realtá guardando i disegni e che vede il mondo in maniera tridimens
ionale. 

Chiaramente, come tutti i giovani, i giovani di oggi credono di essere anni luce avanti alla precedente generazione e che non ci sia confronto. Siamo stati tutti giovani e sappiamo benissimo quanto siano proiettati verso il futuro e quanto poco spazio ci sia per la riflessione e la comprensione del percorso che li ha portati a quel punto.

Io peró ho i capelli bianchi e inizio a guardare le cose da una certa distanza, forse per via della presbiopia, e a mettere insieme i pezzi di quel puzzle che fino a qualche anno fa non vedevo.

Disegnavamo sulla carta per trasformare la realtá in una bidimensionale interpretazione artistica di quello che avremmo visto. Ci allenavamo ad immaginare un mondo che non esisteva e che non era ancora possibile vedere.

Oggi quel mondo lo stampiamo, con macchine che si muovono ormai su tre assi e danno vita alla perfetta rappresentazione di quel concept cosicché nessuno tranne il progettista possa aver immaginato il futuro. 

Abbiamo certamente perso quella sorta di romanticismo leopardiano che lasciava la scoperta al lavoro finito e lo abbiamo scambiato con la certezza della modellazione solida, con l'assoluta concretezza della proiezione digitale, con l'incapacitá di immaginare. 

Abbiamo infine scambiato l'ignoranza della fantasia con la certezza dell'ignoranza, senza poterci chiedere come faceva Marzullo, se i sogni aiutano a vivere o vivere aiuta a sognare.

sabato 7 marzo 2020

L'Italia dei cretini al tempo del Coronavirus

... e mica uno qualunque, il COVID-19.

L'Italia durante questa pandemia sembra l'ambientazione di un film di zombie.

Ma non perché ci sono morti che camminano, bensì perché c'è pieno di fessi che vanno incontro alla malattia invece di starsene a casa.

Manca totalmente, dalla classe dirigente alle periferie della società, un minimo di senso di responsabilità.
Come sempre l'Italia si dimostra quel luogo in cui l'uomo della strada, il cittadino medio, si crede di una intelligenza impareggiabile e finisce per fare quello che fanno tutti gli altri.

Si legge così di:

a - cittadino qualunque che saputo del blocco nella sua città, va nella casa delle vacanze, portando felicemente la malattia nei posti di villeggiatura in cui si ritrova in fila con tutti i suoi concittadini
Alto Adige... tutti a sciare
Liguria, tutti al mare
Perché non andare in India?

b - politici che banalizzano la malattia e poi si trovano positivi alla stessa
Nicola Zingaretti positivo
Regione Lombardia

c - per non parlare di altri cretini di vario genere
Docenti che fuggono dalla Lombardia in Irpinia
Positivo scappa dall'ospedale
Scappa dalla quarantena e va a sciare

E potremmo andare avanti per ore.

Quello che mi chiedo è se davvero tutti gli intelligenti cretini che vanno in giro per il Paese in vacanza, siano convinti di essere Superman e non rischiare di incontrare un demente malato che come loro si ritiene un genio?

Ho una brutta notizia per tutti... se siete Superman, avete comunque dimenticato il costume!!!

Mi riesce davvero difficile pensare che ci possa essere così tanta gente stupida a piede libero.

E' assolutamente incredibile eppure reale.

L'immagine che si ha dell'Italia oggi è di una nazione popolata di stupidi che non sanno rinunciare ad una vacanza o alla propria routine credendosi superiori a qualsiasi regola o rischio.

Beh, miei cari cretini a piede libero, ho una risposta per voi... siete come sempre soltanto pecore in un gregge di idioti come voi e della vostra supidità, ne godrete, anzi ne godremo, gli effetti non desiderati.

mercoledì 8 gennaio 2020

Leone, Gazzella o Tartaruga?

... non importa, basta muoversi.

Forse la felicitá é fare come la tartaruga, partire piano e non fermarsi mai, fino alla fine.

A questo gennaio scrivo codice HMTL per siti web da 20 anni... eppure non ho imparato nulla di utile, perché il mondo é cambiato molto piú in fretta della mia capacitá di apprendimento.

E fin qui tutto bene, é un hobby, quindi nessun problema.

Purtroppo lo stesso é successo con alcuni aspetti della professione, piú passava il tempo, piú mi rendevo conto che non era possibile approfondire tutte le materie che avevo studiato a scuola.

Nel tempo mi sono specializzato e ho studiato e modificato le mie qualifiche introducendo sempre nuove certificazioni.

A febbraio saranno 30 anni da quando ho iniziato a lavorare full-time, anche se ho "solo" 45 anni.

Lo studio ha rappresentato una grande parte della mia vita, spesso studiando la sera e nei week-end, ma mi ha permesso di raggiungere il diploma, un'abilitazione professionale, una laurea e di cambiare la mia carriera da "operaio apprendista montatore di controsoffitti" del 1990 a quella che é oggi.

Dopo tutta questa (noiosa) premessa il punto focale é che il mondo non é neppure lontanamente quello di 30 anni fa, né quello di 20 e non é neppure quello che sará tra 20 anni.

Bisogna continuare a studiare e a rincorrere il cambiamento, perché il tempo in cui uno si diplomava o laureava e ci andava avanti tutta la vita é esistito, forse, ma certamente non esiste piú.

Che poi il mondo va veloce, ma noi non siamo obbligati a sprintare come il leone o la gazzella.

Il piú é continuare a muoverci, a vederci motivati nel cambiamento continuo a non smettere di imparare e tenere la mente aperta.

L'apprendimento continuo é la vera radice del cambiamento, la posticipazione della gratificazione finale, scambiata per un continuo crescendo é l'obiettivo di una vita in cui l'ultima cosa da fare é raggiungere la fine, é arrivare.

Troppo comodo pensare di "arrivare" in fretta e poi stare fermi, una comoditá che non ci é dato di avere e che forse non ci rende neppure felici.