lunedì 12 luglio 2021

I giocatori inglesi si tolgono la medaglia

 ... probabilmente pensano di non meritarla.

Subito dopo la concitata finale dei Campionati europei di calcio, molti dei giocatori inglesi hanno immediatamente tolto dal collo la medaglia d'argento.

Da un lato é comprensibile che questi ragazzi, alcuni appena maggiorenni, fossero delusi per la sconfitta ai rigori, soprattutto dopo giorni di celebrazioni anticipate. Dall'altro questo gesto non é accettabile.

Questi giovani atleti, sono pagati milioni di euro anche per il fatto che rappresentano un modello. Influenzano miliardi di ragazzini e li inducono ad imitarli, quindi un comportamento irrispettoso verso il contesto che li accoglie e in cui hanno preso parte forgerá menti che non avranno rispetto per gli altri.

Forse non erano disposti ad accettare la sconfitta come opzione e gradivano solo la vittoria?
Tutti gradiscono la vittoria, ma lo sport é mettersi in gioco per ottenerla.

Tale comportamento andrebbe stigmatizzato fortemente, ma solo se riteniamo che certi valori debbano far parte della nostra cultura. Il risultato della reiterazione di queste azioni, sará probabilmente smettere di premiare i perdenti, e smettere di passare ai ragazzi il valore secondo cui nello sport é piú importante il valore del sacrificio che il risultato finale.

Chi non é fiero dei risultati raggiunti con i propri sforzi, non é uno sportivo.
La vittoria é un evento che si manifesta al culmine di un percorso, non qualcosa da costruire in maniera a sé stante.

"L'importante é partecipare" di De Cubertin, viene spesso considerato un inno alla sconfitta, ma é in realtá la sintesi di un concetto piú ampio che indica quanto lo sport debba essere un momento di sacrificio che eleva lo spirito dei praticanti.

L'attivitá sportiva é in primis filosofica e cavalleresca, profondamente legata all'ideale romantico, e non un mero beneficio "commerciale" in cui si scambia la fatica con il premio.

Non siamo mica cavalli... oppure sí?

Ma poi, sulle medaglie vorrei dire una cosa.
Se davvero qualcuno non la vuole, deve anche avere la decenza di fare a meno di andarla a ritirare.
Per approfondimenti potete fare riferimento a tutti i premi Nobel rifiutati per diverse motivazioni.

Accettarla e poi fingere di non volerla é da meschini e maleducati.

lunedì 11 gennaio 2021

Non sono le armi ad uccidere, ma chi le USA...

...dicevano i sostenitori della vendita libera di armi e del diritto alla difesa.

Ed effettivamente non sono le armi il problema, ma i numerosissimi dementi che ne possono disporre liberamente e che curiosamente usano le stesse tecniche di comunicazione dei terroristi che gli USA combattono da due decenni senza che nessuno li notasse... fino ad oggi.

A questo punto bisogna che qualcuno porti la democrazia negli USA perché a quanto pare a furia di esportarla ne sono rimasti sprovvisti.La sonnolenza della classe dirigente americana davanti alle provocazioni trumpiane ha fatto sí che i suprematisti bianchi e i nazionalisti integralisti americani, abbiano potuto organizzare le loro forze e pianificare azioni eversive in punti chiave del Paese.

Gli USA sono sull'orlo di una guerra civile a sfondo razziale, e i colpevoli sembrano essere i due schieramenti principali che nella folle rincorsa al consenso hanno esasperato posizioni opposte e apparentemente inconciliabili nel panorama americano.

Da una parte di Democratici che in opposizione al nazionalismo hanno sospinto la rivalsa delle classi disagiate rappresentandole con gli effetti nefasti della stratificazione socio-culturale di un paese ancora oggi legato, in qualche modo, al lo schiavismo che combatte dal centocinquanta anni.

Dall'altra i Conservatori, o una buona fetta, che incarnano un nazionalismo sempre piú spinto ed estremo, richiamando modelli razzisti tanto combattuti e condannati come quello del Ku Klux Klan.
A rappresentare i conservatori il POTUS Donald Trump, da molti psicologi definito come un personaggio narcisista e sociopatico che poteva mettere a rischio la democrazia, il quale in effetti soffia sul fuoco della Guerra civile con interessi che non mi é dato di comprendere.

In mezzo un Paese che per decenni ha spinto e pompato la propria macchina militare, necessaria ad assicurare il predominio globale, e non si é mai curata troppo della societá violenta che stava coltivando.

Sono lontani i tempi di JFK , Bob Kennedy o Martin Luther King, in cui la violenza si affrontava con il pacifismo e si impediva cosí l'escalation di valori sanguinari.
Le piú grandi conquiste sociali per i gli afroamericani le hanno ottenute persone come Rosa Parks, non di certo gli Antifa distruggitori d'importazione.

Chissá se questa volta gli Americani, archiviate le violenze di questi giorni, prenderanno provvedimenti realmente inclusivi e metteranno da parte le barriere razziali e linguistiche per creare una nazione multietnica anche sul piano reale.