domenica 13 ottobre 2013

La controcolonizzazione


Perchè di fatto questo è.
Dal secondo dopoguerra l'Europa ha iniziato a scontare gli effetti della colonizzazione al contrario, anzi la colonizzazione reattiva.


E così i paesi in via di sviluppo esondano in quelli in recessione.


Quest'opportunità è stata colta e regolamentata ampiamente negli scorsi decenni. La Germania ha avuto la sua invasione turca e centrafricana, la Francia quella nordafricana, la Spagna e il Portogallo hanno avuto il loro sudamericani, il Regno Unito quella multietnica dell'Impero più grande del mondo.

E l'Italia? Il colonialismo imperialista del Bel paese fu drammatico ed ebbe scarso effetto.


Così, per una sorta di legge del contrappasso, non avendo goduto allora dei benefici delle colonie, ci tocca oggi godere appieno degli effetti della "reazione colonialista" dei paesi sub-emergenti, il nuovo quarto mondo dopo che il terzo è diventato secondo e qualcosa di più.

Insomma, ci sono popolazioni stritolate tra Tigri e muri di mattoni (BRICS) che non hanno altra risorsa se non incanalarsi ordinatamente verso l'unica porta ancora aperta per l'Europa, anzi verso l'unico varco d'accesso incustodito per la Eldorado del ventunesimo secolo.

Parallelamente l'Estremo oriente vive una crescita inimmaginabile, ha posto per tutti, risorse apparentemente inesauribili, ma è troppo lontano, ancora di più dell'America di fine ottocento. Quel sogno, il sogno di rifarsi una vita nel nuovo continente, stava ad una crociera di distanza, sicuramente molto meno del cammino della morte che viene promesso ai nuovi migranti.

Questa porta aperta, un po' per la collocazione geografica dello Stivale, un po' per l'incapacità politico-gestionale dei suoi abitanti, è diventata in pochi lustri una costante economica per attività economiche d'oltremare e attività locali con interessi piuttosto lontani dalla legalità.
Così i migranti di oggi, in niente diversi di quelli d'allora, ripongono le speranze di sopravvivenza in un viaggio impossibile che li porta dove nessuno li vuole e dove, contro il volere dei locali, troveranno un modo per sopravvivere e magari vivere.

Sarebbe bastato pensarci prima, riflettere sulle esperienze dei vicini, di quelle nazioni che guardavamo districarsi con i problemi di immigrazione senza peraltro fare nulla di più che deriderle.
Beh, a distanza di un paio di decenni i problemi di immigrazione sono qui, sono sempre gli stessi e si curano sempre nella stessa maniera

Dando opportunità ai migranti.

Le stesse opportunità che vennero date agli Italiani in America, ai Turchi in Germania, agli Indù in Inghilterra.
Le stesse opportunità che non vengono date agli Italiani in Italia.


sabato 5 ottobre 2013

Piramide e civiltà




Maslow fu così "esatto" nel suggerire la via del progresso sociale, da restare misconosciuto.
Faccio quanto mi è possibile perché i posteri possano decretarne la gloria.

venerdì 4 ottobre 2013

I soldi uccidono l'arte

Siamo stati abituati a pensare che l'arte fosse sostenuta dal denaro dei benefattori.

Poi ripenso a Leonardo da Vinci, in lui vi è la migliore sintesi artistica dell'intera storia dell'umanità, qualità che peraltro lo ha portato a lavorare al soldo degli uomini più potenti del suo tempo, in ultimo il Re di Francia.
Qualcuno potrebbe dire che proprio la benevolenza e la magnanimità dei suoi finanziatori hanno permesso alla sua arte di imporsi nella sfida del tempo. Tralasciando l'interesse per i suoi progetti militari che lo portarono a Milano, Leonardo era pur sempre un ottimo pittore rinascimentale.
Immaginiamo innanzitutto il momento. In quel periodo la scoperta dell'America e la smodata crescita economica diedero vita al capitalismo e permisero la nascita della borghesia (che si sarebbe affermata in seguito). Il rinascimento artistico e culturale non fu altro che l'effetto più visibile dell'improvvisa disponibilità di oro nelle casse dei governi più ricchi, primo fra tutti quello del Regno pontificio.

Seguendo il filo logico di quello che ho scritto sopra non dovrebbero esserci dubbi circa il beneficio che il denaro porta all'arte.
Senza le risorse economiche non ci sarebbero stati i vari Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Van Gogh, Piero Manzoni.

Beh, Van Gogh forse no. Piero Manzoni forse neppure.

Non entro nel merito artistico, sono totalmente incompetente e non è utile al discorso.
L'olandese dipinse la maggior parte dei suoi quadri negli ultimi anni di vita. Il milanese pare fosse sempre poco sobrio eppure gli viene attribuita una produzione copiosa. Il primo era cresciuto nell'ambito dei mercanti d'arte, il secondo era figlio di un'ottima famiglia e non aveva certo necessità di denaro.

L'arte di questi due soggetti, scelti da me quasi a caso tra molti altri, si esprimeva nell'assenza di ritorno commerciale.
Il guadagno lo fecero i loro eredi artistici grazie alla quantità di materiale da loro realizzato, o a loro attribuito.
Van Gogh visse al di fuori della società, Manzoni visse ben al suo interno, forse perfino troppo viste le sue abitudini mondane.
Il primo morì povero vivendo con poco denaro, il secondo morì ricco vivendo con molto denaro.
Entrambi si impegnarono a produrre arte e non denaro e non furono da meno dei predecessori rinascimentali citati sopra.

Ma cosa succede se il denaro trova il modo di influenzare l'arte?
Che succede se il prodotto diventa vendibile? Il denaro vuole volumi, produzione in serie, quantità replicabili e non pezzi unici.
Il denaro non ama l'arte, ama il denaro che l'arte garantisce.

E così arrivò l'industrializzazione, il cinema e la pop-art. Perfino la letteratura divenne popolare.
Sir Arthur Conan Doyle ne trasse giovamento più di quanto si sarebbe probabilmente aspettato.

Oggi l'arte è soggiogata alla viralità, conti soltanto se hai un seguito e sei funzionale alla popolarità che calamiti.
Ma questa non è arte, è marketing
Quando il pezzo singolo, il "masterpiece" artigianale, il prodotto figlio dell'unicità di un soggetto è stato sostituito dalla diffusione, dalla "fotocopizzazione", l'arte morì.
Abbiamo consegnato il mondo in mano ai commercianti... anzi... abbiamo, consegnato il tempio in mano ai mercanti, ma non c'è nessuno in grado di farcelo notare.