martedì 27 agosto 2013

Geometria della vita


La vita è un cerchio, se vista nell'insieme delle vite.
Se pensiamo a noi come parte del mondo e del "creato" ovvero dell'ecosistema globale. E' un cerchio perché la morte di un individuo, la fine della sua vita, non è che elemento utile alla prosecuzione di un'altra.

La vita è una linea retta, se vista da sola.
Nasciamo e moriamo, mentre in mezzo, sulla retta delineata tra questi due punti posti nello spazio-tempo, non facciamo altro che esercitare opzioni individuali assolutamente irrilevanti per il fine.

La vita è un punto, se vista dall'alto.
Concettualmente non abbiamo senso, non c'è motivo per nascere o per vivere. Semplicemente "accadiamo" come un qualunque evento caotico, salvo spendere l'intera vita per cercare di attribuirle un significato.

La vita è un poligono, se vista in società.
Tanto più siamo connessi con il resto del mondo, tanti più vertici avremo. Se per alcuni essere un triangolo è già un problema, per altri essere un icosaedro non è abbastanza.

La vita è il vuoto, se vista dal nemico.
Chi non fa parte del nostro mondo non è importante. E non ci interessa che sia fisicamente o meno vicino a noi, che ci sia affine dal punto di vista biologico o culturale. Chi non ci interessa non vale nulla.

La vita è un frattale, se vista distrattamente.
Apparentemente cresciamo ed evolviamo, ma se potessimo guardarci ad un livello più alto, se potessimo ridurre lo zoom, scopriremmo che restiamo sempre uguali a noi stessi, cambia solo la portata delle nostre azioni.

La vita è geometrica, ma in fondo la geometria non è che una limitazione concettuale della vita.
La vita allora non è, ma è quel non essere che ci rende ineluttabilmente vivi.

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