martedì 8 settembre 2015

Gli Italiani non esistono

Qualcuno sa dirmi quante volte appare la parola "italiani" nella Costituzione?

Appare una volta sola, nell'articolo 51 quando si tratta di parificare "ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica". Per il resto si parla di "cittadini" e come tale si discriminano tutti coloro che possano sentirsi parte di questa cultura pur non avendo i documenti di nazionalità.

Si discriminano gli Istriani esuli in terra straniera, ma anche tutti i figli di Italiani che semplicemente e senza pretese nei confronti dello Stato, si sentono parte della cultura italiana pur non avendone la "patente" fornita con il passaporto. Anzi forse ci sono più Italiani all'estero che nel territorio amministrativo che si riconduce alla Repubblica Italiana.

In fondo essere italiani non è far parte di una comunità, ma esclusivamente far parte di un'organizzazione amministrativa che governa un territorio. Dal tempo dell'unificazione, voluta dai Piemontesi con un'azione di conquista, non si è fatto molto per creare quel senso di comunione proprio di una nazione.

Nessuno ha ascoltato D'Azeglio e il suo «Fatta l'Italia, facciamo gli Italiani»

E si è dato fiato ad egemonie locali, dinastie provinciali, che hanno accentuato le separazioni in uno Stato che, dopo la guerra di liberazione, si è proposto unito e liberal-democratico.
La centralizzazione dello Stato italiano, il suo ispirarsi tardivamente e in maniera ambigua alle due grandi rivoluzioni del settecento, ha creato un compromesso storico senza futuro.


Sarebbe servita più attenzione al passare del tempo, alla trasformazione della società e alla globalizzazione. Avremmo avuto bisogno di interessi condivisi e invece siamo rimasti stritolati dalla Guerra fredda e i due mondi in contrapposizione, siamo rimasti guelfi e ghibellini, milanisti e interisti, laici e religiosi, settentrionali e meridionali, ma mai italiani.


Italiani è ormai solo appartenere, non è purtroppo essere, siamo privi di un tratto distintivo comune e ci ritroviamo più nella sigla provinciale sulla targa della macchina che nel tricolore. Italiano è il passaporto che interessa più agli stranieri e che eleviamo a baluardo di civiltà offrendolo ai più meritevoli come un dono regale, senza renderci conto che ciò che interessa loro è il passaporto dell'Unione Europea.
Perfino i migranti sono più attenti all'evoluzione del mondo e comprendono che gli Italiani non sono un popolo, bensì gli abitanti di una regione d'Europa.

Il tempo passa e il Mondo cambia, portandosi via quello che poteva essere questo popolo che si è invece accontentato di occupare un territorio. Non ci sarà che il ricordo di questa cultura

Ancora una volta aveva ragione il Barone Von Metternich «La parola Italia è una espressione geografica»

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