venerdì 29 gennaio 2016

Colpo Grosso e l'encefalogramma piatto

...Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip....

Questa notte non potevo dormire e scorrendo tra i vari mediaset extra, cielo e simili ho ritrovato qualche film erotico nello stile dei B movies anni '70, qualche show dal vivo per hot line erotiche e perfino una puntata del 1989 di Colpo Grosso.
 
Durante il giorno non va meglio, le serie televisive di produzione nostrana sono tutte contraddistinte da numeri a doppia cifra, come "Distretto di polizia 82" o "RIS 28" oppure "Don Matteo 16".
 
Appare evidente che la produzione televisiva commerciale sia ancorata a modelli datati e spesso si rinnova soltanto nell'imitare altri prodotti preesistenti, donandoci quella rassicurante sensazione di déjà-vu che ci fa ripensare a programmi tanto amati. I programmi più prestigiosi, come l'ormai logoro e lobotomizzante "Grande Fratello", peraltro arrivato alla sedicesima edizione anch'esso, sono format esteri.

Sono gli italiani diventati sterili nel processo creativo, o è semplicemente cambiato il mercato dei prodotti d'intrattenimento?

Immagino, più che altro spero, la seconda
 
Ma è altrettanto vero che il nostro mercato interno si sta rannicchiando nell'angolo delle produzioni culturali.
Abbiamo perso ogni slancio d'innovazione?
E' questo paese davvero finito a rivivere i favolosi anni '80 in cui è cerebralmente morto?
Siamo davvero condannati ad invecchiare ricordando i bei tempi andati, in cui i soldi arrivavano a pioggia e si potevano spendere senza ritegno?

Perché dal mio punto di vista la situazione è proprio questa

Ci siamo in qualche modo fermati agli anni dell'ultimo boom finanziato dal Piano Marshall, le generazioni successive a quelle degli yuppies sono rimaste a guardare, come bambini sull'uscio dell'officina del paese che ha però chiuso prima che potessero imparare a smontare le automobili.

I ragazzi cresciuti negli anni '90 a fatica ricordano il benessere di quei tempi andati e le generazioni seguenti neppure ne hanno memoria.

E così la sera, nel degrado culturale della televisione italiana, dopo il solito programma di cabaret impestato di tormentoni, tipo quelli degli anni '80, torniamo a guardare i seni al vento delle ragazze "cin cin";
e se da ragazzino potevo immaginare di conquistare quelle bellezze in abiti succinti, da adulto non posso che guardare quelle bellezze senza tempo conscio del fatto che nel nostro futuro potrebbe esserci poco altro se non la lenta, agonizzante mostra dell'allegria passata.
 

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