martedì 8 aprile 2014

Il cucchiaio non esiste


E' questa la verità?

Nessuno ovviamente può saperlo, ma è certo che la verità vada cercata, pur con la consapevolezza di non volerla trovare.

La ricerca, la crescita intellettuale, superano la fisica e abbracciando la metafisica ci portano a comprendere ciò che apparentemente non esiste.
Ma se non esiste neppure il cucchiaio, se ciò che è tra le nostre mani ora, non è necessariamente reale, significa che neppure noi lo siamo.
Significa che la nostra vita va oltre la fisicità delle nostre pulsioni, dei nostri bisogni necessari.

Torniamo quindi alla sintesi di Descartes, il suo celeberrimo «cogito ergo sum»?

Ebbene sì, l'uomo è pensante e in quanto tale deve aspirare a superare il -qui ed ora- e abbracciare l'allegoria della vita come uno stimolo a superare la fisicità del mondo.
Essere parte del genere umano è quindi saper immaginare, sognare ad occhi aperti e non fermarsi alla risposta che ci viene fornita dai nostri sensi.

L'uomo elabora le sensazioni e ne restituisce al mondo una nuova visione, chi non riesce a farlo non può aspirare a definirsi tale, chi non sa pensare è mero strumento nelle mani di altri uomini.

In un mondo non reale, solo la capacità di pensiero rende realmente liberi.

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