giovedì 12 maggio 2016

Se guardi nell'abisso, l'abisso guarda in te

... a meno che tu non sia Mr Spock.

L'illuminante e sintetica frase di Friedrich Nietzsche che ho scelto come titolo, ci mostra immediatamente come sia difficile restare estranei all'oggetto del nostro interesse.

Ci appare più chiaro se pensiamo alla professione medica, a chi per mestiere si occupa dei problemi altrui e deve tenere le distanze emotive per non trovarsi rapito e perdere ogni contatto con la propria profesisonalità.

Lo stesso succede con l'osservazione sociale.

Perché studiare il modo di comportarsi di masse disorganizzate e irrazionali, sì esatto irrazionali contrariamente a quasi tutte le teorie economico-sociali, non fa che renderci a nostra volta irrazionali e vulnerabili.

E così proprio perché non siamo dei fantasmagorici Vulcaniani, non ci resta che tentare di prendere le distanze dall'oggetto del nostro interesse, ma così facendo perdiamo progressivamente la possibilità di osservarlo.

Non esiste un binocolo sociale

E questo infinito tira e molla seleziona chi realmente è in grado di vedere il mondo facendone parte; per tutti gli altri non resta che l'isolamento o la partigianeria.

Ed è proprio fare parte di un contesto sociale che definisce l'umano essere all'interno della specie, che permette di definire un Italiano o uno straniero, un avvocato da un operaio, un tifoso di una squadra
piuttosto che di un'altra, il vegano dal carnivoro.

E' l'abisso a guardare dentro noi, un poco per volta ci cambia e ci influenza, ci impedisce di valutare oggettivamente ci amalgama e dissolve togliendoci la capacità di giudizio. E così, stando ai margini della società si possono apprezzare aspetti che ai più sfuggono, vedere il declino inesorabile e continuo di un determinato contesto sociale, di un modo di vivere, di una intera era dell'umanità.

Ma la consapevolezza non dà gioia

E sapere che tutto sta cambiando in peggio è decisamente frustrante, forse è meglio andare allo stadio la domenica e rimandare le rivelazioni sociali ad un futuro remoto e irraggiungibile, lasciare la consapevolezza agli altri, agli studiosi, agli irriducibili e tormentati esploratori della società.

Beati coloro che non vedono.

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