domenica 14 luglio 2013

Dell'impossibilità di non riflettere

Che sulle prime può limitarsi a non essere uno specchio.
Approfondendo però la questione possiamo pensare di attribuire a "riflettere" anche il significato proprio dell'essere vivente.

Riflettere è pensare; pensare è esistere; esistere è essere; essere è vivere.

L'essere vivente riflette.

Riflettiamo mai però sulla qualità del pensiero? Ci soffermiamo a sufficienza sul tipo di pensieri che si generano? A dire la verità non ci soffermiamo a sufficienza su alcunché.

La qualità del pensiero è allora insufficiente, o casualmente sufficiente.

Ma un pensiero casuale può essere un pensiero di qualità? E' la casualità quello che desideriamo produrre?
Può la consapevolezza nascere dal caso.

Il caso.

Il caso nasce dal caos. Sarà casuale che siano anagrammi? Eppure anche l'ordine nasce dal caos, quindi anche dal caso.

In conclusione la situazione appare semplice.
La non riflessione che caoticamente genera il caso, può essere ordinata da un pensiero di qualità composto da un essere vivente, purché si utilizzi un chiaro e approfondito pensiero.

Appare quindi evidente che non è possibile non riflettere, l'uomo quindi non è che un inconsapevole specchio.

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